Un ragazzo buono ed allegro, amante della vita in tutti i suoi aspetti, con il volto sorridente, sempre pronto a dare una mano a chi glielo chiedesse: Francesco era così, un giovane uomo bruno dal fisico imponente che certamente non passava inosservato. La cordialità e la generosità proprie del suo carattere lo portavano a stringere facilmente amicizia e favorivano anche il naturale entusiasmo per tutto ciò che catturava la sua attenzione e il suo amore, come la musica, la fotografia, la saggistica filosofica e psicologica e, appunto, l’optometria.
Già, perché abbracciare la professione di optometrista fu per lui una scelta naturale, che adottò con grande convinzione.
L’incontro con questo mondo, dopo la maturità scientifica, fu del tutto casuale: sfogliando una rivista molto popolare, fu attirato da un articolo in cui si parlava proprio dell’optometria e dell’Istituto di Porto Potenza Picena. Fu così che decise di assumere le informazioni e, in pochissimo tempo, si iscrisse: dopo i 3 anni di corso, conseguì il diploma in optometria. Gli studi compiuti a Porto Potenza Picena lo appassionarono realmente alla materia e fu così che, dopo il completamento di questo primo ciclo di studi professionali, decise di iscriversi al corso di ottica di Vinci, in Toscana.
Con i due diplomi in mano, Francesco non ebbe difficoltà a trovare un’occupazione qualificata che lo soddisfacesse sotto ogni punto di vista: nacquero così i suoi rapporti con la Apleco di Bologna e con l’Istituto “Gambini”, sempre nel capoluogo emiliano. Esperienze di lavoro che ricordò sempre con grande affetto e che furono determinanti nella sua formazione, come professionista e come uomo. Fu proprio in quegli anni, infatti, che Francesco maturò la sua volontà di aprire una sua attività, di creare un “suo” istituto che ne rispecchiasse la personalità: fu così che, dopo aver lavorato per alcuni mesi presso l’Istituto Ottico “Perris” di Ravenna, decise di aprire “Optos”, il suo istituto ottico che aveva sede a Corso San Giorgio, a Teramo, città che lui aveva scelto perché la riteneva una “buona piazza” per l’optometria.
Il ragionamento non si rivelò sbagliato: gli “addetti ai lavori” dell’area teramana gli riconobbero subito, infatti, le ottime capacità professionali, sia come optometrista che come applicatore di lenti a contatto. Aveva lavorato per pochi mesi, giusto il tempo di ambientarsi in città, quando accadde ciò che nessuno avrebbe mai potuto immaginare: un destino beffardo, che lo volle sull’auto di un amico che volò tragicamente fuori strada, lo strappò alla vita, mettendo fine ai suoi sogni e lasciando nello sconforto chi lo amava.
Era l’8 novembre 1986. Francesco aveva soltanto 29 anni.
(a cura di Silvana Ferrante)